venerdì 31 agosto 2012

IL BAOBAB



Albero maestoso con un enorme fusto, plurimillenario, possente, solitario, leggendario, simbolo delle savane africane, punto di riferimento per l’orientamento, fulcro della vita sociale dei villaggi, luogo di incontro, albero delle iniziazioni, delle chiacchiere, dei giuramenti, offre rifugio agli animali, riparo, cibo e le sue straordinarie proprietà all’uomo; per i popoli africani è l’albero dai poteri magici, l’albero della vita, l’albero farmacista, l'albero del pane di scimmia, l'albero del tartaro, l'albero della limonata, l’albero del rispetto e della fiducia. E’ questo il BAOBAB. La sacralità di questa pianta per le popolazioni africane é talmente rispettata dagli abitanti, che solo gli iniziati e i saggi hanno il permesso di arrampicarvisi sopra per raccogliere frutti e foglie. Il Baobab è una pianta tropicale appartenente alla famiglia delle Bombacaceae.

Cresce spontaneamente in vaste regioni dell'Africa, soprattutto nel Sahel, ma anche nel Corno d'Africa, nel Sud Africa e in Madagascar e in parte dell'Australia. Il Senegal ha scelto il baobab come relativo simbolo nazionale e nel Sud Africa è un albero protetto. I botanici lo chiamano Adansonia digitata, in onore di Michel Adanson, lo scienziato esploratore che per primo, verso la metà del 1700, studiò e descrisse questo "albero dalla grandezza prodigiosa e dalla straordinaria utilità". Ma già nel 1453 l'esploratore-cronista portoghese Gomes Eanes de Zurara descriveva il baobab con le seguenti parole:"Questo curioso albero domina, isolato e immenso, con i suoi rami sproporzionati, le vaste e assolate pianure dell'Africa”. Per il popolo wolof è semplicemente "Bui", per i mandingo "Sira", per i diola "Bubak”.

Secondo alcuni studiosi il suo nome deriverebbe dall'arabo "bu hibab", un termine che significa "frutto dai molti semi", per altri da "nel hobab dei Bu" nome egiziano, dato dai commercianti del Cairo durante il secolo XVII; ma alcuni testi fanno risalire il nome baobab ad una parlata wolof (lingua diffusa in Senegal), che indicherebbe "l'albero di mille anni". In effetti il baobab vive centinaia d'anni e in alcune parti dell'Africa esistono esemplari vecchi di 5 mila anni. E' curioso notare che il baobab invecchia proprio come gli uomini: con l'avanzare dell'età, l'albero non cresce più, ma rimpicciolisce.

Questo grande albero deciduo può raggiunge facilmente i 20-25 metri d'altezza; i rami, spropositati e tortuosi, formano una larga corona e tendono ad assottigliarsi alle estremità; le foglie sono semplici o digitate (5-9), alternate alla fine dei rami o su piccoli speroni del tronco; l’intera chioma può arrivare a un diametro di 50 metri.




USI, PROPRIETA' E APPLICAZIONI


Il baobab rappresenta per le popolazioni locali una fonte economica preziosa, per il legno e tutti i suoi derivati, ma la sua importanza è legata soprattutto all’impiego di varie parti della pianta dal punto di vista terapeutico e nutrizionale. Le numerose citazioni presenti nelle farmacopee africane gli sono valse la denominazione di chemist tree o l‘albero farmacista. Sono utilizzate tutte le parti dell'albero.


Polpa e frutto

Il frutto del baobab, vellutato, dissetante e leggermente acidulo, è commestibile e la polpa può essere mangiata cruda anche se in genere è utilizzata in poltiglia mescolata con acqua o latte di cocco per confezionare una bevanda rinfrescante e nutriente al gusto di limone verde. E’ ricco di numerose vitamine e minerali: vitamina C (circa 6 volte il contenuto della polpa d’arancia), tiamina (B1), riboflavina (B2), niacina (PP o B3), B6, A (sotto forma di caroteni), calcio, potassio, fosforo, sodio, magnesio, zinco, ferro, manganese, rame. Contenendo quantità apprezzabili di vitamine e contribuiendo all'apporto di minerali e acidi grassi essenziali rappresenta un utile complemento nell'alimentazione per uno sviluppo ottimale dell'organismo. Le sue proprietà sono numerose: è antinfiammatorio, analgesico, antipiretico, antianemico, antimicotico, aumenta la resistenza ai virus (inclusi influenza, raffreddori ed herpes), mantiene l'integrità cellulare di nervi, cute ed epiteli oculari, regola il metabolismo, allevia i disturbi muscolari e mestruali, regolarizza l'intestino, un potente ricostituente con proprietà di anti-affaticamento e anti-stress donando forza, energia e resistenza e riequilibrando il tono dell'umore. Grazie alle sue proprietà antiossidanti, emollienti, leviganti ed elasticizzati la polpa è utilizzata anche per il benessere della pelle e per contrastare gli effetti dell'invecchiamento cutaneo La buccia del frutto può essere usata come efficace repellente per gli insetti. 


Corteccia

La fibra della corteccia è particolarmente resistente ed è usata per fare funi, stuoie, carta, cestini, sacchi, vestiti, fili da pesca, corde musicali per gli strumenti, reti, filo da pesca e cappelli impermeabili. Può essere macinata in polvere e usata come condimento. E’ indicata come antinfiammatorio ed è usata come febbrifugo (si usano decotti di scorza, bollita per un giorno) in sostituzione della corteccia di china anche per i trattamenti antimalarici. 


Foglie

Le foglie sono ricche di vitamina C e sono un'ottima fonte di sali minerali, soprattutto calcio, fosforo, potassio e ferro, aminoacidi e contengono alte quantità di zuccheri provitamina A. Hanno proprietà antinfiammatorie, espettoranti, astringenti, febbrifughe, ipotensive, antiasmatiche, e macerate sono utilizzate nelle malattie delle vie urinarie, diarrea, infiammazioni, morsi di insetti, per fare lavaggi alle orecchie ed agli occhi, come vermifugo nel trattamento per l'espulsione del cosiddetto “verme della Guinea” e nel controllo dell'eccessiva sudorazione. In virtù delle proprietà antiossidanti, emollienti e lenitive, sono impiegate per uso esterno rendendo la pelle elastica e morbida. Tritate e bollite se ne ricava una salsa per uso alimentare e se seccate all'ombra, sono ottime per la preparazione di infusi e decotti dal sapore gradevole e invitante. Nei villaggi del Sahel sono consumate come insalata oppure, polverizzate, vengono mescolate al miglio per ottenere un alimento popolare: il futo. 


Semi

Sono ricchi di grassi e oli che estrai sono utilizzabili per le scottature, la rigenerazione dei tessuti epiteliali e l’elasticità della pelle. Sono usati nella preparazione di saponi e concimi e se tostati sono commestibili.



LE LEGGENDE DEL BAOBAB

Numerose sono le leggende che raccontano del Baobab.

Una leggenda descrive che cosa accade se non si è mai soddisfatti di cosa già si ha; il baobab è stato uno dei primi alberi a comparire sulla terra. Dopo di lui la palma, snella e graziosa. Quando il baobab vide la palma, gridò di voler essere più alto. Quando poi conobbe il bell’albero della fiamma il baobab fu invidioso del suo meraviglioso fiore rosso. Quando scorse l'albero di fico colmo di frutta, ha pregato per avere anch’esso dei frutti dolci. A tal punto gli dei si arrabbiarono per le richieste eccessive del baobab, lo sradicarono e per mantenerlo calmo lo ripiantarono al contrario. Per questo motivo ha dei rami che sembrano radici rivolte verso l’alto. Un’altra leggenda ci dà indicazioni sulla nascita del baobab e sul motivo per cui sembra un albero piantato al contrario, con le radici al cielo. Parecchio tempo fa, un gruppo di gnomi scontrosi decise di vendicarsi degli uomini, colpevoli di disturbare la loro quiete con musiche e litigi assordanti. In una notte buia si intrufolarono furtivamente nei villaggi e sradicarono tutte le piante che si trovavano nei paraggi. Non le gettarono nel fiume, ma le capovolsero a testa ingiù, dando vita ai baobab.


Nello Zambia si dice che un pitone fantasma costruisce la sua casa in ogni baobab gigantesco. Questa leggenda nasce molto tempo addietro, prima della venuta dell’uomo bianco, quando un enorme pitone viveva in un tronco vuoto di un grande baobab. L’animale era adorato dai nativi che lo pregavano per la pioggia, per raccolti abbondanti e per ricche caccie. Arrivò un cacciatore bianco e sparò al pitone; questo gesto portò delle conseguenze disastrose. Anche oggi, durante le notti tranquille, i nativi sostengono di sentire un sibilo continuo proveniente dai vecchi baobab.

Nel parco nazionale di Kafue nello Zambia, uno di più grandi baobab è conosciuto come 'Kondanamwali '- l'albero che mangia le giovani ragazze. Questo albero enorme si innamorò di quattro belle ragazze che vivevano nei dintorni. Quando raggiunsero la pubertà hanno iniziato ad essere corteggiate rendendo l’albero geloso. Una notte, durante un temporale, l'albero aprì il suo tronco catturando le ragazze. Si dice che nelle notti di tempesta i suoni provenienti dall’interno del tronco non siano versi di animali ma i pianti delle ragazze imprigionate.

Fonte: http://www.baobabpescara.org/pagine/baobab.htm

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