L'attivazione di un progetto di Microcredito in un villaggio (a beneficio di un gruppo di donne riconosciuto) da parte della ONG 7a si fonda sulle seguenti premesse:
- Trasparenza;
- Essere un gruppo riconosciuto (“7a” offre aiuto
tecnico per ottenere il riconoscimento giuridico dei Gruppi di Promozione Femminile GPF);
- Ogni membro del gruppo deve versare il proprio
contributo;
- Ogni donna deve ingaggiarsi in attività
generatrici di reddito.
Le fasi specifiche dello svolgimento del progetto si identificano
in:
- I fondi degli organismi finanziatori sono versati
alle presidenti del GPF sotto forma di assegni durante una cerimonia alla quale
partecipano anche le autorità;
- il GPF consegna a “7a” la contabile di
versamento dell’assegno nel loro conto corrente bancario;
- il GPF consegna a “7a” la contabile di prelievo
dell’ammontare dell’assegno per investirlo;
- il GPF consegna a “7a” la lista delle
beneficiarie e delle somme di denaro da loro ricevute;
- le beneficiarie devono risparmiare 115 FCFA (Franchi senegalesi)
per ogni mese;
- ogni donna deve possedere il budge di membro della
“Cassa di Solidarietà per la Promozione della Donna”;
- il GPF deve ogni mese riunirsi per versare gli
interessi mensili e discutere dei problemi riscontrati;
- al termine del ciclo gli interessi accumulati
sommati al capitale iniziale devono essere versati dal GPF nel proprio conto
corrente bancario;
- il GPF consegna a “7a” la contabile di
versamento dell’ammontare finale nel proprio conto corrente bancario.
Il progetto, apparentemente molto semplice, trova il suo
maggior punto di forza nelle reti sociali che ne compongono il substrato. Le reti
concretizzano il progetto e lo rendono inscindibile dalle più piccole
caratteristiche e scelte dei singoli attori implicati.
I beneficiari del progetto comprendono esclusivamente donne
riunite in un gruppo riconosciuto istituzionalmente, denominato Gruppo di
Promozione Femminile. All’origine dell’istituziona- lizzazione, l’iniziativa di
aggregarsi nasce dalle donne: “7a” interviene solo nel momento in cui un gruppo
si presenta alla sede dell’ONG chiedendo aiuto per essere riconosciuto. L’inizio
del processo di cambiamento avviene, pertanto, senza interventi di “7a”. Nella
maggioranza dei casi le donne vengono a conoscenza della possibilità di
partecipare al progetto tramite vie d’informazione informali: chiacchierate al
mercato, contatti con materiale pubblicitario o amicizie con membri di altri GPF (rete primaria).
L’idea di costituire un GPF deve poi essere comunicata e discussa
con il Capo Villaggio allo scopo di ottenere il suo permesso per convocare la
popolazione femminile interessata. Spesso
alla prima riunione partecipano soprattutto uomini, mentre la seconda vede la
partecipazione di quelle mogli che hanno ricevuto il permesso dal marito. Se la
prima moglie del Capo Villaggio vuole essere la responsabile del gruppo nessuna
donna può obiettare, in caso contrario rimane la proponente.L’obiettivo dell’ONG è
che le persone si rendano conto del desiderio di cambiare e attivino un primo
passo da sole.È solo a questo punto che “7a” interviene per aiutare il gruppo a
raggiungere una cultura comune e, attraverso l’autopromozione, attivare
l’interfaccia della collettivizzazione per raggiungere la comunità. Ciò è favorito
da due processi: l’identificazione istituzionale e la definizione collettiva
dei percorsi.
Per quanto riguarda l’identificazione istituzionale, l’ONG
interviene, accompagnando e guidando il gruppo nelle pratiche burocratiche. Nel momento in cui il GPF è iscritto al Registro del Commercio, si
identificano tre figure: una Presidente, una Tesoriera e un Comitato di
Gestione.
Le prime due figure sono generalmente riconosciute dal gruppo,
non solo dal punto di vista istituzionale. Infatti, almeno una delle due è la
promotrice originaria e l’altra, per esclusione, è generalmente la prima moglie
del Capo Villaggio. Se la seconda è riconosciuta come elemento in un certo modo
“imposto” dalla cultura locale, la proponente è riconosciuta come leader per le
sue qualità e per la fiducia che in lei è riposta. La loro funzione
“istituzionale” è di co- firmare tutte le operazione bancarie.Il Comitato di Gestione, eletto dai membri, dirige il gruppo occupandosi
della divisione dell’ammontare, dell’adozione del ciclo di restituzione e del
tasso di interesse. Ogni GPF, inoltre, predispone un regolamento interno contenente
le norme fondamentali che il gruppo deve rispettare, molto spesso non scritto.
Per garantire la definizione collettiva dei percorsi, “7a”
richiede a ogni GPF di organizzare un sistema strutturato in commissioni al
fine di garantire la piena partecipazione e il coinvolgimento di tutti i membri
nei processi decisionali. Queste commissioni sono anche le responsabili del
sistema di rimborso dei prestiti.La loro formazione e organizzazione è seguita dall’ONG che
organizza delle sessioni per rinforzare le capacità di gestione di gruppi.
Queste sono rivolte soprattutto alle Presidenti e alle Tesoriere perché
rappresentano il gruppo, sono legittimate e sono generalmente in grado di
utilizzare propriamente gli strumenti metodologici forniti.
Dalla tesi di laurea di Chiara di Guglielmo, compagna di viaggio: "Interventi
di rete: la realtà in progetti promossi nella Regione di Kolda - Senegal"