martedì 18 settembre 2012

La rete basata sul microcredito

Un ulteriore post per approfondire e concludere il progetto di Microcredito attivato dalla ONG 7a nei villaggi della Regione di Kolda.

Volendo descrivere la rete costituita dalle relazioni degli attori del Microcredito si ottiene una rete coesa ed omogenea; sebbene settorializzata in tre unità (l’ONG “7a”, il GPF e le commissioni interne ad esso, rappresentate dai gruppi di tre membri interconnessi tra loro) risulta compatta. I caratteri che stanno alla base delle relazioni sono spesso sia formali sia informali: i legami di parentela e di amicizia hanno spesso preceduto la formazione di relazioni ufficiali e tecniche. Un altro aspetto importante è la peculiarità bidirezionale delle relazioni. Ciò caratterizza il ruolo dei membri dell’equipe dell’ONG come “teorici partecipanti” che lavorano “con”, invece che “per” la comunità. 

I Gruppi di Promozione Femminile che fanno riferimento al Progetto Microcredito dell’ONG “7a”/ Maa- Rewee sono in totale 18, collocati in 17 villaggi. Tale mappatura si caratterizza per tre differenti tipologie di relazioni. La prima connette l’ONG “7a” con i 18 GPF. La seconda costituisce l‘elemento più importante del progetto perché connette tra loro diversi GPF: i GPF più esperti aiutano i più recenti nell’organizzazione e nelle comprensione delle dinamiche interne, sotto la guida dell’ONG.La terza tipologia, invece, riguarda il GPF “Wakkilaare” di Ilyao (Villaggio a circa 15 Km ad est di Kolda) è stato creato il 6 febbraio del 1986 e comprende 100 membri. Esso costituisce le fondamenta di “7a” perché diretta conseguenza della volontà di questo gruppo di organizzare un sistema di microcredito. Grazie all’esperienza accumulata nel corso di 12 anni, Wakkilaare ha instaurato un sistema di microcredito autonomo con un altro gruppo, qualificandosi come struttura indipendente alla pari di “7a”, fornendo il capitale di partenza, l’assistenza tecnica e la formazione. Il suo obiettivo è quello di instaurare una rete di microcredito come quella instaurata da “7a”, in completa autonomia dall’ente. La rete costituita dal progetto microcredito, quindi, gode anche di una elasticità e apertura verso l’esterno proprio grazie alle sue caratteristiche. Questo gruppo rappresenta quanto Mballo ha affermato il più occasioni: “Noi siamo qua per far emergere un cambiamento che è nato dalla base”. Questo è il nucleo dell’intervento di rete attraverso le reti.

Dalla tesi di Chiara di Guglielmo "Interventi di rete: la realtà in progetti promossi nella Regione di Kolda - Senegal"
 

mercoledì 5 settembre 2012

Il Microcredito: il processo di attivazione e supporto al GPF

L'attivazione di un progetto di Microcredito in un villaggio (a beneficio di un gruppo di donne riconosciuto) da parte della ONG 7a si fonda sulle seguenti premesse:
  • Trasparenza; 
  • Essere un gruppo riconosciuto (“7a” offre aiuto tecnico per ottenere il riconoscimento giuridico dei Gruppi di Promozione Femminile GPF);
  • Ogni membro del gruppo deve versare il proprio contributo;
  • Ogni donna deve ingaggiarsi in attività generatrici di reddito.
 Le fasi specifiche dello svolgimento del progetto si identificano in:
  • I fondi degli organismi finanziatori sono versati alle presidenti del GPF sotto forma di assegni durante una cerimonia alla quale partecipano anche le autorità;
  • il GPF consegna a “7a” la contabile di versamento dell’assegno nel loro conto corrente bancario;
  • il GPF consegna a “7a” la contabile di prelievo dell’ammontare dell’assegno per investirlo;
  • il GPF consegna a “7a” la lista delle beneficiarie e delle somme di denaro da loro ricevute;
  • le beneficiarie devono risparmiare 115 FCFA (Franchi senegalesi) per ogni mese;
  • ogni donna deve possedere il budge di membro della “Cassa di Solidarietà per la Promozione della Donna”;  
  • il GPF deve ogni mese riunirsi per versare gli interessi mensili e discutere dei problemi riscontrati;  
  • al termine del ciclo gli interessi accumulati sommati al capitale iniziale devono essere versati dal GPF nel proprio conto corrente bancario;  
  • il GPF consegna a “7a” la contabile di versamento dell’ammontare finale nel proprio conto corrente bancario.
Il progetto, apparentemente molto semplice, trova il suo maggior punto di forza nelle reti sociali che ne compongono il substrato. Le reti concretizzano il progetto e lo rendono inscindibile dalle più piccole caratteristiche e scelte dei singoli attori implicati. 

I beneficiari del progetto comprendono esclusivamente donne riunite in un gruppo riconosciuto istituzionalmente, denominato Gruppo di Promozione Femminile. All’origine dell’istituziona- lizzazione, l’iniziativa di aggregarsi nasce dalle donne: “7a” interviene solo nel momento in cui un gruppo si presenta alla sede dell’ONG chiedendo aiuto per essere riconosciuto. L’inizio del processo di cambiamento avviene, pertanto, senza interventi di “7a”. Nella maggioranza dei casi le donne vengono a conoscenza della possibilità di partecipare al progetto tramite vie d’informazione informali: chiacchierate al mercato, contatti con materiale pubblicitario o amicizie con membri di altri GPF (rete primaria).

L’idea di costituire un GPF deve poi essere comunicata e discussa con il Capo Villaggio allo scopo di ottenere il suo permesso per convocare la popolazione femminile interessata. Spesso alla prima riunione partecipano soprattutto uomini, mentre la seconda vede la partecipazione di quelle mogli che hanno ricevuto il permesso dal marito. Se la prima moglie del Capo Villaggio vuole essere la responsabile del gruppo nessuna donna può obiettare, in caso contrario rimane la proponente.L’obiettivo dell’ONG è che le persone si rendano conto del desiderio di cambiare e attivino un primo passo da sole.È solo a questo punto che “7a” interviene per aiutare il gruppo a raggiungere una cultura comune e, attraverso l’autopromozione, attivare l’interfaccia della collettivizzazione per raggiungere la comunità. Ciò è favorito da due processi: l’identificazione istituzionale e la definizione collettiva dei percorsi.

Per quanto riguarda l’identificazione istituzionale, l’ONG interviene, accompagnando e guidando il gruppo nelle pratiche burocratiche. Nel momento in cui il GPF è iscritto al Registro del Commercio, si identificano tre figure: una Presidente, una Tesoriera e un Comitato di Gestione.

Le prime due figure sono generalmente riconosciute dal gruppo, non solo dal punto di vista istituzionale. Infatti, almeno una delle due è la promotrice originaria e l’altra, per esclusione, è generalmente la prima moglie del Capo Villaggio. Se la seconda è riconosciuta come elemento in un certo modo “imposto” dalla cultura locale, la proponente è riconosciuta come leader per le sue qualità e per la fiducia che in lei è riposta. La loro funzione “istituzionale” è di co- firmare tutte le operazione bancarie.Il Comitato di Gestione, eletto dai membri, dirige il gruppo occupandosi della divisione dell’ammontare, dell’adozione del ciclo di restituzione e del tasso di interesse. Ogni GPF, inoltre, predispone un regolamento interno contenente le norme fondamentali che il gruppo deve rispettare, molto spesso non scritto.

Per garantire la definizione collettiva dei percorsi, “7a” richiede a ogni GPF di organizzare un sistema strutturato in commissioni al fine di garantire la piena partecipazione e il coinvolgimento di tutti i membri nei processi decisionali. Queste commissioni sono anche le responsabili del sistema di rimborso dei prestiti.La loro formazione e organizzazione è seguita dall’ONG che organizza delle sessioni per rinforzare le capacità di gestione di gruppi. Queste sono rivolte soprattutto alle Presidenti e alle Tesoriere perché rappresentano il gruppo, sono legittimate e sono generalmente in grado di utilizzare propriamente gli strumenti metodologici forniti.

Dalla tesi di laurea di Chiara di Guglielmo, compagna di viaggio: "Interventi di rete: la realtà in progetti promossi nella Regione di Kolda - Senegal"