Albero maestoso con un enorme fusto, plurimillenario, possente,
solitario, leggendario, simbolo delle savane africane, punto di
riferimento per l’orientamento, fulcro della vita sociale dei villaggi,
luogo di incontro, albero delle iniziazioni, delle chiacchiere, dei
giuramenti, offre rifugio agli animali, riparo, cibo e le sue
straordinarie proprietà all’uomo; per i popoli africani è l’albero dai
poteri magici, l’albero della vita, l’albero farmacista, l'albero del
pane di scimmia, l'albero del tartaro, l'albero della limonata, l’albero
del rispetto e della fiducia.
E’ questo il BAOBAB. La sacralità di questa pianta per le popolazioni
africane é talmente rispettata dagli abitanti, che solo gli iniziati e
i saggi hanno il permesso di arrampicarvisi sopra per raccogliere frutti
e foglie. Il Baobab è una pianta tropicale appartenente alla famiglia
delle Bombacaceae.
Cresce spontaneamente in vaste regioni dell'Africa, soprattutto
nel Sahel, ma anche nel Corno d'Africa, nel Sud Africa e in Madagascar e
in parte dell'Australia. Il Senegal ha scelto il baobab come relativo
simbolo nazionale e nel Sud Africa è un albero protetto.
I botanici lo chiamano Adansonia digitata, in onore di Michel Adanson,
lo scienziato esploratore che per primo, verso la metà del 1700, studiò e
descrisse questo "albero dalla grandezza prodigiosa e dalla
straordinaria utilità". Ma già nel 1453 l'esploratore-cronista
portoghese Gomes Eanes de Zurara descriveva il baobab con le seguenti
parole:"Questo curioso albero domina, isolato e immenso, con i suoi rami
sproporzionati, le vaste e assolate pianure dell'Africa”. Per il popolo
wolof è semplicemente "Bui", per i mandingo "Sira", per i diola
"Bubak”.
Secondo alcuni studiosi il suo nome deriverebbe dall'arabo
"bu hibab", un termine che significa "frutto dai molti semi", per altri
da "nel hobab dei Bu" nome egiziano, dato dai commercianti del Cairo
durante il secolo XVII; ma alcuni testi fanno risalire il nome baobab ad
una parlata wolof (lingua diffusa in Senegal), che indicherebbe
"l'albero di mille anni". In effetti il baobab vive centinaia d'anni e
in alcune parti dell'Africa esistono esemplari vecchi di 5 mila anni.
E' curioso notare che il baobab invecchia proprio come gli uomini: con
l'avanzare dell'età, l'albero non cresce più, ma rimpicciolisce.
Questo
grande albero deciduo può raggiunge facilmente i 20-25 metri d'altezza;
i rami, spropositati e tortuosi, formano una larga corona e tendono ad
assottigliarsi alle estremità; le foglie sono semplici o digitate (5-9),
alternate alla fine dei rami o su piccoli speroni del tronco; l’intera
chioma può arrivare a un diametro di 50 metri.
USI, PROPRIETA' E APPLICAZIONI
Il baobab rappresenta per le popolazioni locali una fonte economica preziosa,
per il legno e tutti i suoi derivati, ma la sua importanza è legata soprattutto
all’impiego di varie parti della pianta dal punto di vista terapeutico
e nutrizionale. Le numerose citazioni presenti nelle farmacopee africane
gli sono valse la denominazione di chemist tree o l‘albero farmacista.
Sono utilizzate tutte le parti dell'albero.
Polpa e frutto
Il frutto del baobab, vellutato, dissetante
e leggermente acidulo, è commestibile e la polpa può essere mangiata cruda
anche se in genere è utilizzata in poltiglia mescolata con acqua o latte
di cocco per confezionare una bevanda rinfrescante e nutriente al gusto
di limone verde. E’ ricco di numerose vitamine e minerali: vitamina C
(circa 6 volte il contenuto della polpa d’arancia), tiamina (B1), riboflavina
(B2), niacina (PP o B3), B6, A (sotto forma di caroteni), calcio, potassio,
fosforo, sodio, magnesio, zinco, ferro, manganese, rame. Contenendo quantità
apprezzabili di vitamine e contribuiendo all'apporto di minerali e acidi
grassi essenziali rappresenta un utile complemento nell'alimentazione
per uno sviluppo ottimale dell'organismo. Le sue proprietà sono numerose:
è antinfiammatorio, analgesico, antipiretico, antianemico, antimicotico,
aumenta la resistenza ai virus (inclusi influenza, raffreddori ed herpes),
mantiene l'integrità cellulare di nervi, cute ed epiteli oculari, regola
il metabolismo, allevia i disturbi muscolari e mestruali, regolarizza
l'intestino, un potente ricostituente con proprietà di anti-affaticamento
e anti-stress donando forza, energia e resistenza e riequilibrando il
tono dell'umore.
Grazie alle sue proprietà antiossidanti, emollienti, leviganti
ed elasticizzati la polpa è utilizzata anche per il benessere della
pelle e per contrastare gli effetti dell'invecchiamento cutaneo
La buccia del frutto può essere usata come efficace repellente per gli
insetti.
Corteccia
La fibra della corteccia è particolarmente resistente ed è usata per
fare funi, stuoie, carta, cestini, sacchi, vestiti, fili da pesca, corde
musicali per gli strumenti, reti, filo da pesca e cappelli
impermeabili. Può essere macinata in polvere e usata come condimento. E’
indicata come antinfiammatorio ed è usata come febbrifugo (si usano
decotti di scorza, bollita per un giorno) in sostituzione della
corteccia di china anche per i trattamenti antimalarici.
Foglie
Le foglie sono ricche di vitamina C e sono un'ottima fonte di sali
minerali, soprattutto calcio, fosforo, potassio e ferro, aminoacidi e
contengono alte quantità di zuccheri provitamina A. Hanno proprietà
antinfiammatorie, espettoranti, astringenti, febbrifughe, ipotensive,
antiasmatiche, e macerate sono utilizzate nelle malattie delle vie
urinarie, diarrea, infiammazioni, morsi di insetti, per fare lavaggi
alle orecchie ed agli occhi, come vermifugo nel trattamento per
l'espulsione del cosiddetto “verme della Guinea” e nel controllo
dell'eccessiva sudorazione.
In virtù delle proprietà antiossidanti, emollienti e lenitive, sono
impiegate per uso esterno rendendo la pelle elastica e morbida.
Tritate e bollite se ne ricava una salsa per uso alimentare e se seccate
all'ombra, sono ottime per la preparazione di infusi e decotti dal
sapore gradevole e invitante. Nei villaggi del Sahel sono consumate come
insalata oppure, polverizzate, vengono mescolate al miglio per ottenere
un alimento popolare: il futo.
Semi
Sono ricchi di grassi e oli che estrai sono utilizzabili per le
scottature, la rigenerazione dei tessuti epiteliali e l’elasticità della
pelle. Sono usati nella preparazione di saponi e concimi e se tostati
sono commestibili.
LE LEGGENDE DEL BAOBAB
Numerose sono le leggende che raccontano del Baobab.
Una leggenda descrive che cosa accade se non si è mai soddisfatti di
cosa già si ha; il baobab è stato uno dei primi alberi a comparire sulla
terra. Dopo di lui la palma, snella e graziosa. Quando il baobab vide
la palma, gridò di voler essere più alto. Quando poi conobbe il
bell’albero della fiamma il baobab fu invidioso del suo meraviglioso
fiore rosso. Quando scorse l'albero di fico colmo di frutta, ha pregato
per avere anch’esso dei frutti dolci. A tal punto gli dei si
arrabbiarono per le richieste eccessive del baobab, lo sradicarono e per
mantenerlo calmo lo ripiantarono al contrario. Per questo motivo ha dei
rami che sembrano radici rivolte verso l’alto.
Un’altra leggenda ci dà indicazioni sulla nascita del baobab e sul
motivo per cui sembra un albero piantato al contrario, con le radici al
cielo. Parecchio tempo fa, un gruppo di gnomi scontrosi decise di
vendicarsi degli uomini, colpevoli di disturbare la loro quiete con
musiche e litigi assordanti. In una notte buia si intrufolarono
furtivamente nei villaggi e sradicarono tutte le piante che si trovavano
nei paraggi. Non le gettarono nel fiume, ma le capovolsero a testa
ingiù, dando vita ai baobab.
Nello Zambia si dice che un pitone fantasma costruisce la sua casa in ogni baobab gigantesco. Questa
leggenda nasce molto tempo addietro, prima della venuta dell’uomo
bianco, quando un enorme pitone viveva in un tronco vuoto di un grande
baobab. L’animale era adorato dai nativi che lo pregavano per la
pioggia, per raccolti abbondanti e per ricche caccie. Arrivò un
cacciatore bianco e sparò al pitone; questo gesto portò delle
conseguenze disastrose. Anche oggi, durante le notti tranquille, i
nativi sostengono di sentire un sibilo continuo proveniente dai vecchi
baobab.
Nel parco nazionale di Kafue nello Zambia, uno di più grandi
baobab è conosciuto come 'Kondanamwali '- l'albero che mangia le giovani
ragazze. Questo albero enorme si innamorò di quattro belle ragazze che
vivevano nei dintorni. Quando raggiunsero la pubertà hanno iniziato ad
essere corteggiate rendendo l’albero geloso. Una notte, durante un
temporale, l'albero aprì il suo tronco catturando le ragazze. Si dice
che nelle notti di tempesta i suoni provenienti dall’interno del tronco
non siano versi di animali ma i pianti delle ragazze imprigionate.
Fonte: http://www.baobabpescara.org/pagine/baobab.htm